La statistica nella ricerca oncologica
Perché gli statistici sono sempre più importanti nella ricerca sul cancro
Mercoledì 17 Novembre 2021, ore
11:00-12:15
Rivolto a
Scuola secondaria di II grado
Con
Chiara Romualdi, ricercatrice AIRC e Valentina Murelli, giornalista scientifica
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Abstract
Con la pubblicazione della prima bozza della sequenza del genoma umano, nel 2001, siamo entrati in quella che è stata ed è tutt'ora definita come era “omica”: un'era caratterizzata dallo studio globale di un tessuto o di una cellula attraverso l’utilizzo di tecnologie che consentono la produzione massiva di dati. Oltre al genoma (la sequenza dei geni e delle loro varianti), si può studiare il proteoma (l'insieme di tutte le proteine), il trascrittoma (l'insieme dei trascritti espressi) e il metaboloma (l’insieme di tutti i metaboliti). Va da sé che una quantità così elevata di dati pone grossi problemi di gestione, analisi e interpretazione ed è qui che entra in gioco la figura dello statistico o, meglio ancora, dello statistico biomedico. S tratta di una figura professionale capace di fare da ponte tra discipline come la matematica/statistica – che permettono lo sviluppo di metodi per l’analisi dei dati – e la biologia, che grazie ai risultati ottenuti dall'impiego dei metodi statistici può definire nuovi esperimenti per rispondere a domande più specifiche. In questo webinar, Chiara Romualdi racconterà come la statistica è diventata sempre più importante per la moderna biologia molecolare, e in particolare per le scienze biomediche, partendo da un aspetto specifico del suo lavoro, cioè l'analisi delle alterazioni molecolari che avvengono nelle cellule del tumore all’ovaio. Il tumore all’ovaio è un tipo di tumore molto aggressivo che a causa dell'assenza di sintomi specifici viene spesso diagnosticato in fase avanzata. Le opzioni terapeutiche quando il tumore è già diffuso non sono molte e a fronte di un'iniziale sensibilità le pazienti in genere sviluppano una resistenza. L’analisi statistica dei dati omici in questo contesto può essere d’aiuto nell’identificare la malattia quando è ancora in fase precoce e asintomatica o per riconoscere in anticipo i segnali di una resistenza, dando così la possibilità di cambiare terapia in tempo.
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Chiara Romualdi si è laureata in Scienze Statistiche presso l'Università di Padova, dove ha conseguito anche un dottorato di ricerca nella stessa disciplina. Dopo un periodo di formazione presso il dipartimento di Statistica Applicata dell'Università di Reading (UK) è tornata in Italia, diventando nel 2005 ricercatrice presso il Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova. Dal 2014 è professore associato di Biologia Molecolare nello stesso ateneo. Il suo percorso di ricerca riguarda in particolare lo sviluppo di metodi di analisi per dati di espressione genica.
Valentina Murelli è biologa di formazione, con un dottorato di ricerca in biologia cellulare. Da più di 15 anni è giornalista e redattrice scientifica freelance. Collabora con diverse testate, case editrici, agenzie di comunicazione, tra cui AIRC (per la stesura di news sui traguardi dei ricercatori), Focus, Focus Extra, Focus Scuola, nostrofiglio.it, oggiscienza.it, ilfattoalimentare.it, Le Scienze. Dal 2004 al 2017 ha svolto numerose attività̀ per l'editore scolastico Pearson Italia (tra cui la rivista per la scuola Linx Magazine e Science Magazine e la conduzione di webinar per le scuole). Dal 2013 al 2016 ha moderato gli incontri pubblici di Orvieto Scienza.